Come aumentare l'engagement rate di una campagna di Email Marketing? Come riattivare i contatti dormienti? Come migliorare la qualità degli invii?
Quando, nel 2015, Hubspot eliminò dalla propria mailing list 250.000 contatti dormienti, sapeva che l’engagement rate il tasso di coinvolgimento ne avrebbe beneficiato e che la qualità degli invii sarebbe aumentata in maniera esponenziale. La decisione di cancellare in un colpo solo tutti gli utenti inattivi fu tanto ponderata e legittima quanto improvvisa e definitiva. Ancora oggi, la domanda sorge spontanea: come ha potuto l’azienda rinunciare alla metà dei propri iscritti in pochi minuti? Esistono – per dirla in un altro modo delle soluzioni alternative per aumentare l’engagement rate senza infierire sul database? Diamo una risposta a entrambi i quesiti.
Come aumentare l’engagement rate coinvolgendo i contatti inattivi
Gli iscritti inattivi esisteranno sempre, in tutte le mailing list. Alcuni cambiano indirizzo, altri etichettano le tue email come Spam (a proposito, hai inserito un link per la disiscrizione?), altri ancora cancellano le tue email senza neanche aprirle. È fisiologico.
La percentuale dei contatti dormienti si aggira intorno al 25% 50% dell’intero database (dipende dai settori e dalle aziende). Quali avvertenze possono essere adottate per spingere gli utenti inattivi ad aprire le newsletter e a interagire?
Come comportarsi se anche l’open rate è basso
Engagement rate e open rate sono entrambi bassi? Controlla di aver segmentato correttamente il database. Poniti queste domande:
Invii lo stesso messaggio a tutti i tuoi contatti o personalizzi i contenuti sulla base dei loro interessi?
La mailing list è aggiornata?
Il mittente è chiaro e riconoscibile o corrisponde a un codice alfanumerico?
L'oggetto delle email è chiaro e accattivante o piuttosto confuso e sibillino?
Stai spedendo troppe email? Hai provato a diminuire la frequenza dei tuoi invii?
Come comportarsi se l’open rate è elevato
Se l’open rate è elevato, ma le interazioni latitano, concentra la tua attenzione sul messaggio:
I contenuti sono davvero interessanti per il tuo target?
I link funzionano correttamente?
Hai provato a modificare le call to action?
Hai provato a cambiare la struttura della newsletter?
La grafica è accattivante?
Engagement rate & client di posta: il caso Gmail
L’introduzione del Tab Promozioni da parte di Gmail – è il terzo client di posta dopo Yahoo! e Outlook – è stato un duro colpo per tutte le imprese che inviano campagne email. Il perché è presto detto: quante volte al giorno o alla settimana ti ricorderesti di aprire e di leggere le newsletter raccolte in una scheda secondaria?
Su 4Dem puoi profilare gli utenti per client di posta: se molti dei tuoi contatti dormienti utilizzano Gmail, questa potrebbe essere la spiegazione. Per evitare il Tab Promozioni e aumentare l’engagement rate delle tue campagne puoi prestare attenzione ad alcune avvertenze. L’esperta di Email Marketing Maura Cannaviello qui il video completo ha più volte evidenziato come il client di posta di Google non consideri come promozioni le newsletter che rispettano almeno uno di questi requisiti:
1. Il destinatario ha salvato la tua email in rubrica;
2. Il destinatario ha risposto ad almeno una delle tue email;
3. Il destinatario ha spostato la tua email dal Tab Promozioni a quello principale.
Ne deriva come, in questo caso, l’unica soluzione per aumentare l’engagement rate sia educare gli iscritti. Invita i tuoi contatti a salvare la tua email in rubrica o a consultare periodicamente il Tab Promozioni: puoi farlo all’interno delle email di benvenuto e di conferma iscrizione alla newsletter o, se preferisci, direttamente sul sito.
Come coinvolgere i contatti inattivi e aumentare l’engagement rate: conclusione
Nei paragrafi precedenti abbiamo raccolto alcuni consigli utili per coinvolgere i contatti dormienti e aumentare l’engagement rate delle campagne email. Tuttavia, le attività proposte controllare la mailing list, profilare il database, rivedere i contenuti ed educare gli iscritti alla newsletter non raggiungeranno sempre l’effetto sperato. Molti dei tuoi contatti inattivi resteranno tali e continueranno a influenzare negativamente l’andamento delle tue campagne. A meno che tu non prenda una decisione coraggiosa: quella di inviare loro un’email di addio e, dopo qualche giorno, eliminare la greylist, l’elenco dei contatti dormienti.
È vero, il database ne risentirà. Ma i vantaggi saranno numerosi: avrai ridotto la tua mailing list ai soli contatti interessati – 4Dem è l’unico software per newsletter a non farsi pagare per numero di contatti –, avrai aumentato la qualità dei tuoi invii e, soprattutto, avrai migliorato l’andamento delle tue campagne.
Tocca a te: quanto è lunga la tua greylist?
L’engagement rate delle tue campagne è basso o elevato?